mercoledì 3 marzo 2010

Future Shock



Kafka portava l’animalità nell’uomo come linea di fuga dalla società. Damiano Pastore, sulla soglia tra creazione umana e natura, mura queste linee di fuga: sbandiera l’oggettistica nel mondo animale. L’animale diventa, o torna ad essere, oggetto.


Una murena imbalsamata e decorata potrebbe sostituire la bambola di porcellana nell’appartamento di qualche famiglia d’avanguardia. Tavolette dipinte e addobbate con schiere di cavallette, coleotteri e insetti vari, distribuiti geometricamente, crocifissi con umili spilli. Microsauri (prototipi di uccelli scarnificati) che combattono come soldatini.


Un video indaga le forme di un serpente, il muso di una volpe, un riccio, un cinghiale: l’obiettivo si avvicina cercando di fare luce sui loro misteri. Luce stroboscopica che Damiano Pastore ci punta negli occhi durante la visione del filmato, impedendoci di godere davvero delle immagini proiettate. Luce come conoscenza: analisi dell’animale e trasformazione dello stesso in un oggetto. Il tutto rifinito da una colonna sonora che, complice la luce stroboscopica, catapulta il mondo degli animali in una discoteca.


Una rana dipinta su uno sfondo rosa. Sembra un’icona. Le icone rimandano sempre a qualcosa: sono porte verso il sovrasensibile o, comunque, dovrebbero significare un orizzonte più ampio. Questa rana potrebbe essere l’icona del mondo degli animali. Quali animali? Dall’interno o dall’esterno, questi animali sono diventati oggetti da disporre a proprio piacimento. Oggetti da museo o da appartamento.

(L'articolo verrà pubblicato sul settimanale "Il corriere dell'arte" in uscita il 19 marzo)

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