
Seri e comunicativi nel tentativo di non esprimere alcuna emozione, i soggetti femminili, ritratti dall’artista fiorentina, sono immersi in un ambiente futuristico: un mosaico-collage ottenuto con immagini di reliquie tecnologiche, cavi e resti di oggetti elettronici.
Un mondo di prodotti che avvicina l’esistenza femminile a quella di un oggetto, soprammobile vivente appoggiato sulle macerie di una tecnologia usata e sfruttata. Nelle opere di Eva Rorandelli diventa persino difficile individuare il confine tra il corpo umano e lo sfondo artificiale. Interiora di cadaveri robotici si insediano nei corpi femminili.

Post-Bodies è un invito a mantenere salda la distinzione tra il corpo e gli oggetti, a combattere l’ennesima battaglia a colpi di parole; parole che, solitamente insabbiate nella fisicità della donna, devono essere attivate per far si che la bellezza femminile continui ad appartenere alla dimensione umana.
(L'articolo verrà pubblicato sul settimanale "Il Corriere dell'Arte" in uscita il 13 Novembre)